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Arrivando a San Martino, lungo la statale che da Primiero va verso il Passo Rolle e la Val di Fiemme, sembra impossibile pensare che un tempo qui ci fosse solo un antico monastero. Tra piste da sci, impianti sportivi, alberghi sempre più numerosi e sempre più grandi, il sacro qui è stato quasi completamente abbandonato.
La presenza di un ospizio già
dall'undicesimo secolo potrebbe però essere un'interessante chiave
di lettura per spiegare la vocazione al turismo e all'ospitalità di
questa località, a quasi 1500 metri sul livello del mare, divisa
amministrativamente tra i comuni di Siror e Tonadico.
La nascita del primo albergo a San
Martino di Castrozza è da collocare alla fine dell'800, quando
l'amministratore dei beni del Priorato Leopoldo Ben, su indicazione
dell'inglese John Ball, fece costruire l'Albergo Alpino, che contava
15 posti letto.
Da lì in poi, lo sviluppo turistico di
San Martino subì quasi immediatamente una forte impennata, superò
con grande tenacia i drammi e le distruzioni dovuti alle due guerre
mondiali e si impose come una delle stazioni turistiche, estive ed
invernali, più importanti dell'intero arco dolomitico.
Nonostante San Martino rappresenti ad oggi uno degli esempi più lampanti delle contraddizioni del turismo di massa, con un paese sovraffollato in inverno ed in estate, che sembra scomparire fuori stagione, non è difficile capire perché la gente sia tanto attratta da questo luogo. Da qualsiasi parte noi guardiamo, immediate si stagliano alcune delle più imponenti vette del gruppo dolomitico delle Pale di San Martino: Cimon della Pala, Rosetta, Cima Val Di Roda, Sass Maor, Colbricon, Cavallazza, giusto per citarne alcune. Un panorama di fronte al quale è impossibile non restare ammaliati, oltre a rappresentare un affascinante mondo tutto da scoprire, per chi le montagne non si accontenta di guardarle, ma vuole risalirle, scalarle, esplorarle, conquistarle.