Storie di funghi
La raccolta di funghi è, da anni, pratica molto diffusa nelle nostre valli, tanto che alcuni ospiti ne fanno, soprattutto in Vanoi, la ragione pressoché unica per il loro soggiorno. Vorremmo qui proporvi alcune informazioni in più sul “mondo” dei funghi, oltre che a ricordare che la raccolta è regolamentata da un apposito disciplinare, solitamente emanato dall’ amministrazione comunale di un territorio, che non può e non deve essere ignorato da chiunque voglia dedicarsi a questa attività.
Una ricerca divulgata nel 2008 dall’Associazione Ecomuseo del Vanoi (a cura di E. Corona) ci fornisce notizie interessanti, che partono da una serie di interviste effettuate ai valligiani che nel secolo scorso si erano dedicati alla raccolta dei miceti.
Sorprendentemente, raccogliere funghi, era un'attività alquanto sconosciuta alla popolazione locale, almeno fino agli anni seguenti il secondo dopoguerra, quando, nei vari paesi, fanno la loro comparsa alcuni commercianti provenienti dal Veneto. Sono queste persone a "commissionare" la raccolta dei miceti e, altrettanto paradossalmente, ad insegnare ai valligiani che tipo di funghi raccogliere (in modo particolare i porcini).
Stabilito che è conveniente ricavare un introito in più per rimpinguare le magre entrate dei bilanci familiari di quegli anni, alcune famiglie si dedicano attivamente alla raccolta e alla vendita. Chi all'interno della famiglia si occuperà di questa attività? Le donne, ma soprattutto i giovani, bambini veri e propri nella maggioranza dei casi: al mattino si alzano prestissimo, s’incamminano nei luoghi più prolifici, che qualcuno gli ha insegnato a riconoscere e, dopo alcune ore di perlustrazione e raccolta, attendono la sera per il passaggio dell’acquirente.
La variazione dell’acquirente è data in alcuni casi dalla proposta del “fungaiolo”, attraverso una vendita porta a porta, della merce ai vari alberghi di San Martino di Castrozza o ai ristoranti della zona. Il ricavato della vendita costituisce, come per la pratica della roccoleria (uccellagione), un’integrazione al reddito della famiglia e la possibilità, per questi bambini-ragazzi raccoglitori, di acquistare quel di più, che poi si scopre essere necessario, come ad esempio un paio di scarpe, materiale per la scuola…
Non tutte le annate sono uguali e la crescita dei funghi è condizionata dalla pioggia, necessaria almeno a primavera, e di una certa umidità anche nei mesi più caldi; di conseguenza anche il prezzo della merce sul mercato varia a seconda della disponibilità della stessa, solitamente il prezzo concordato dai commercianti veneti è comunque equo anche per i giovani raccoglitori.
Un altro aspetto che è importante ricordare è che, secondo la maggioranza degli intervistati, caratteristiche ambientali diverse (maggiore presenza di prati e di campi, minore presenza di bosco di ricrescita) favorivano la presenza dei funghi. Molti luoghi, un tempo considerati ottimi per la raccolta, risultano oggi impervi e con troppi alberi fitti che impediscono la crescita dei miceti. La raccolta dei funghi poteva e può rivelarsi una pratica insidiosa, non tanto per la presenza di vipere, quanto per le vespe e altri tipi di insetti, che se disturbati, possono cogliere di sorpresa il raccoglitore; il bosco inoltre può presentare asperità e cambi di pendenza improvvisi che possono rivelarsi molto pericolosi.
Con il tempo molte cose sono cambiate e oggi chi in valle si dedica alla raccolta dei funghi, lo fa quasi esclusivamente per il consumo familiare o per regalarli ad amici e conoscenti. La regolamentazione della raccolta è stata introdotta a seguito dell’avvento di autentiche orde di “fungaioli” che, soprattutto negli anni ottanta, “imperversavano” nei boschi lasciando chiare tracce del loro passaggio a scapito del territorio e della popolazione.
Venerdì 16 marzo 2018 |
Salve Federica, solo ora sono entrato in questo sito e da appassionato della montagna e del suo ambiente compresa la flora e la fauna, i minerali ed i vegetali, gli animali e gli anfibi, gli uccelli, gli abitanti dei luoghi e le loro storie e i loro usi e costumi, le attività e le tradizioni, ritengo che in micologia stiamo deturpando le varie specie utilissime agli alberi per un consumo sfrenato e senza regole soprattutto da parte di noi cercatori. Comprendo che soprattutto nei decenni trascorsi la raccolta dei miceti era un secondo introito per le vostre casse famigliari ma sommato alla raccolta forsennata, alla distruzione delle specie e al consumo altrettanto sfrenato nei ristoranti, etc., per non parlare della vendita al dettaglio, ha condotto che ormai tante specie non si trovano piu'. Secondo dovrebbe essere vietata la vendita dei funghi nei negozi, mercati, fiere, centri commerciali, ristoranti ed altre attività similari e concessa solo la raccolta per uso esclusivo personale rispettando i limiti previsti dalle leggi. Questo è quello che penso anche perché il consumo dei miceti puo' rivelarsi pericoloso se assunti in abbondanza, etc. Buon proseguimento a tutti voi.