Le misteriose ombre del Primiero
I Gialli della Montagna
Questo lavoro è frutto esclusivo della fantasia
dell'autore, Daniele Ruta.
Esce a puntate, come i romanzi d'appendice dell'Ottocento... con cadenza riferita al suo gradimento social.
Premessa ora che il giallo comincia
Le misteriore ombre del Primiero fa parte della raccolta dei racconti in giallo del ciclo "del Freddo e della morte". Un lavoro di narrazione dei gialli della montagna che nascondono tutti una chiave di lettura comune, un mistero o un sentire che riaggancia i racconti lasciando al lettore la sensazione di trovarsi dentro una storia che viaggia parallela con tutte le altre nonostante che un racconto finisca e un altro cominci.
È notte magica di stelle. Un vecchio signore guarda il cielo e piange. I rumori del fiume regalano agli uomini e agli animali inaspettate liberazioni. L'ombra aspetta. Le grandi cime, le potenze estese delle montagne, le loro catene vigorose che legano una potenza all'altra e poi distinte, regali, le pale di San Martino che scendono alla vista del mondo con superbia.
Anche questo mondo aspetta, aspetta, aspetta l'ombra. Un uomo, la stessa notte, vicino al fiume nasconde un suo segreto. Sei mesi prima l'ombra aveva scelto di fissare la sua grande immagine accettando l'abbraccio di solo tre delle montagne. Allora comparve un grande orso come ombra. Poi comparve un grande lupo come ombra. Un orso e un lupo insieme, illuminati dalla luna, sonnecchiavano dentro la scena circoscritta dalle Pale, fratelli di roccia dormienti e vanitosi.
Quella notte le ombre non furono viste da nessuno. Quella notte la natura degli spiriti, delle anime, delle potenze liberate aveva compiuto una delle sue vendette. A Feltre, sempre di notte, le potenze liberate erano arrivate a pilotare il sonno, la coscienza, la vita di un individuo perché fosse risucchiato da un potere assoluto e incontrollato.
Si era svegliato sudato e spaventato come se fuggisse da un incubo. In pigiama aveva sceso le scale di casa. Una voce lo rincorreva: "Primiero, Primiero, Primiero". La natura delle ombre aveva programmato il suo destino. I carabinieri della piccola località di Imèr furono allertati il giorno dopo quando ricevettero la telefonata di un pescatore.
Una pompa di benzina, un ponte. Una mattina fredda lungo il confine che traccia le geografie distinte di due comuni della montagna. Mezzano e Fiera di Primiero sono come due coincidenze di bellezze estreme ma in verità divise dagli interessi degli uomini.
C'è un pescatore che guarda distratto il fiume. La sua azione di svago è rallentata, come meccanica e monotona. Il suo tempo libero lo dedica alla pesca e alla lettura di libri gialli. Gli piace in particolare un autore che ha inventato il personaggio di un commissario che opera nella provincia siciliana di Ragusa. Ma si è sempre chiesto il pescatore:"Perché, perché è tutto rappresentato? I luoghi,i paesaggi,le città... ma poi questo commissario,c he vive nei libri e nella televisione, si trova sempre in posti con nomi inventati, perché? Non vuole forse lo scrittore?. Se è quella la città, Ragusa, ma allora perché la si chiama con un nome inventato?".E poi ancora nel pensiero del pescatore:"Se io scrivessi un giallo ambientato nella provincia di Trento, tra le sue comunità… io… io parlerei dei comuni, delle realtà, delle città e li citerei con il loro nome, quello vero".
Il verde delle montagne, le divine grandezze, il vento e l'aria, i promontori, c'è tutto in un solo istante nella percezione del profumo e della pulizia della natura. Una pista ciclabile, un sogno. Passi lasciati, impronte forti calcate nella neve non contaminata. E lui, il pescatore, ora più attento nel guardare il fiume, ora più attento al movimento della sua preda. Il pesce si dibatte e l'esca, l'amo ,tutto ciò che serve per la caccia si imprigiona attorno alla vera vittima finale. È il cadavere dell'uomo divorato ora dalle acque dopo aver vagato un tempo lungo,in fuga da visioni orripilanti. È lo stesso uomo che aveva lasciato di notte Feltre. Lo stesso perseguito dalle ombre.
Un cadavere, un rebus che col tempo diverrà un vero rompicapo. La gente della comunità, non abituata ad eventi così funesti, si stringe nell'ipotesi di un incidente e anche le autorità segnalano alla stampa che le indagini vanno in questa direzione. Tuttavia la loro reazione è spropositata e inusuale e il protocollo che viene applicato rende al cadavere l'onore di un morto importante. Tutti i massimi vertici di polizia della provincia si recano sul posto e decidono di trasferire la salma a Trento ma in un obitorio speciale sorvegliato e sotto il diretto controllo della questura. Una scelta giustificata apparentemente dal fatto che non si conosce l'identità e che dunque bisognerà congelare la salma, fotografare la faccia del morto, diramarla, probabilmente, in attesa che si faccia vivo qualche familiare che svegli il vero profilo dello sventurato trovato praticamente nudo e senza documenti.
Un commissario di polizia di Milano in vacanza si reca a trovare un suo caro amico e collega e sente in questura uno stato di tensione molto particolare. La sua pelle vibra, come la pelle d'oca, e lui sa quando questo succede. Sa, ha vissuto questi momenti, ne percepisce i significati e comprende, comprende qualcosa ma non parla e non intende nemmeno tradire i suoi sentimenti ma fa una domanda al vice ispettore suo amico:" Dai, con me puoi parlare, che cosa sta succedendo? Cosa credi che non riconosca le facce?" Il vice ispettore prende fiato e risponde: "È una cosa pazzesca, incredibile... due suicidi nell'ultimo mese, ma erano due uomini importanti". "Si, ho letto qualcosa, l'uomo politico e poi lo psichiatra, ma questo che diavolo di relazione...".
"È questa la cosa pazzesca. In genere cosa fa un uomo prima di suicidarsi?". "Bèh, cosa fa? Lascia qualche scritto, un saluto ai familiari o la spiegazione del suo gesto." "Ecco appunto... e sai invece cosa abbiamo trovato a casa del politico e dello psichiatra? Sai cosa abbiamo trovato e nella stessa posizione?" "Che significa nella stessa posizione?"