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Orgoglio assoluto per gli almeròi, la Vederna rappresenta anche un bell'esempio di ingegno e creatività per come da secoli ne viene regolato il suo sfruttamento.
E' infatti del 2 dicembre 1742, il documento che testimonia l'acquisto a titolo perpetuo da parte di un gruppo di capifamiglia di Imèr della parte prativa dell'acrocoro, che venne suddivisa in 63 particelle, date in gestione a rotazione decennale agli associati e successivamente ai loro discendenti, che utilizzavano questo territorio per la fienagione e il pascolo.
Questo tipo di gestione resiste tuttora, anche se le sue finalità nel tempo sono mutate in maniera sostanziale.
Oggi infatti la Vederna è un luogo in cui gli abitanti di Imèr (e non solo) trascorrono le calde giornate della bella stagione nelle residenze estive, passeggiano in tranquille e panoramiche escursioni tra i numerosi masi, o in mountain bike per i più sportivi, passando magari per il Rifugio Vederna o per la Casina Forestale, o arrampicandosi in altri itinerari più arditi verso le Vette Feltrine.
Ma questo Monte, per gli almeròi assume un significato davvero particolare, tant'è che ogni anno, attorno al 5 di agosto si festeggia la Madonna della Neve, nella chiesetta eretta nel 1947, costruita a pióvech proprio dagli abitanti di Imèr, e situata a ridosso della Croce degli Alpini, posta lì in seguito al primo conflitto mondiale. A testimonianza che la Grande Guerra ha lasciato molti segni sulla Vederna, ancora si intravedono le trincee poste a ridosso della cima, il fortino in località Saltón, e gli Stoli di Morosna, cunicoli scavati nella roccia dalle truppe italiane per difendere la valle dello Schenèr da eventuali infiltrazioni da Primiero.